Vertigini di Origine Neurologica: Cause e Diagnosi Differenziale

Le vertigini possono derivare da disfunzioni sia del sistema vestibolare periferico che del sistema nervoso centrale. Identificare le vertigini di origine neurologica è cruciale, poiché possono essere segnale di patologie gravi come ictus, sclerosi multipla o tumori. In questo approfondimento, ci concentreremo sui meccanismi neurologici alla base delle vertigini centrali, analizzandone le cause principali e i metodi diagnostici.

Eziopatogenesi Neurologica delle Vertigini

Le vertigini ad eziopatogenesi neurologica derivano principalmente da disfunzioni del tronco encefalico, del cervelletto o delle vie che connettono queste strutture al sistema vestibolare. Di seguito, esamineremo alcune delle condizioni neurologiche più rilevanti associate alle vertigini.

1. Ictus Ischemico e Emorragico

L’ictus rappresenta una delle principali cause di vertigini centrali, in particolare quando coinvolge il tronco encefalico o il cervelletto. Le lesioni ischemiche che colpiscono le arterie vertebrobasilari possono provocare vertigini, accompagnate spesso da altri segni neurologici come diplopia, disartria, debolezza degli arti e atassia.

  • Ictus del tronco encefalico: Le lesioni a livello del ponte o del bulbo possono influenzare direttamente le vie vestibolari, causando vertigini intense, spesso associate a disfunzione oculomotoria (nistagmo centrale).
  • Ictus cerebellare: Il cervelletto è fondamentale per la coordinazione motoria e l’equilibrio. Un ictus in questa regione può causare vertigini, nausea, vomito e atassia.

2. Emicrania Vestibolare

L’emicrania vestibolare è una condizione neurologica che combina i sintomi dell’emicrania con quelli di disfunzioni vestibolari. La vertigine può durare da pochi minuti a diverse ore e spesso non è accompagnata da mal di testa, rendendo la diagnosi più complessa. È ipotizzato che la disfunzione centrale nelle reti neuronali legate all’elaborazione sensoriale vestibolare possa essere alla base di questa condizione.

  • Sintomi: Vertigini, nausea, ipersensibilità alla luce e ai suoni, spesso senza cefalea.
  • Diagnosi: Si basa principalmente su una storia clinica dettagliata e sulla presenza di criteri diagnostici stabiliti, in assenza di lesioni strutturali.

3. Sclerosi Multipla

La sclerosi multipla (SM), malattia infiammatoria demielinizzante del sistema nervoso centrale, può colpire le vie vestibolari centrali causando episodi di vertigini. Le lesioni demielinizzanti nel tronco encefalico, nelle vie vestibolari o nel cervelletto possono provocare una varietà di sintomi vestibolari, tra cui vertigini, instabilità e nistagmo.

  • Sintomi: Episodi di vertigine associati a disfunzioni neurologiche focali (paresi, disturbi visivi, parestesie).
  • Diagnosi: La risonanza magnetica (MRI) con mezzo di contrasto è il metodo diagnostico principale per identificare le lesioni demielinizzanti. L’esame del liquido cerebrospinale può rivelare la presenza di bande oligoclonali, indicative di un’infiammazione cronica.

4. Tumori Cerebellari o del Tronco Encefalico

I tumori a livello del cervelletto o del tronco encefalico, come gli ependimomi o i gliomi, possono comprimere le vie vestibolari o interferire con la funzione cerebellare, provocando vertigini. I sintomi tendono a svilupparsi lentamente e spesso includono segni di compressione cerebrale progressiva.

  • Sintomi: Vertigini persistenti e progressivamente peggiorative, con associati segni di pressione intracranica (cefalea, vomito), atassia, disartria o diplopia.
  • Diagnosi: La risonanza magnetica (MRI) è essenziale per identificare la sede, le dimensioni e la natura del tumore. La diagnosi differenziale può includere anche processi infiammatori o vascolari.

5. Malformazioni di Chiari

La malformazione di Chiari è una condizione congenita in cui una parte del cervelletto protrude nel canale spinale, causando compressione del tronco encefalico e delle strutture circostanti. Le vertigini sono un sintomo comune, soprattutto associate a movimenti rapidi della testa o variazioni della pressione intracranica.

  • Sintomi: Vertigini che peggiorano con i cambiamenti posturali, mal di testa occipitale, instabilità, e talvolta parestesie o debolezza degli arti superiori.
  • Diagnosi: L’MRI è il metodo principale per visualizzare l’anomalia strutturale e confermare la diagnosi.

Diagnosi Differenziale

La diagnosi delle vertigini di origine neurologica richiede una valutazione clinica dettagliata, che include:

  • Anamnesi accurata: Valutare la durata, l’intensità e la natura degli episodi vertiginosi, nonché la presenza di sintomi neurologici associati (ad es. diplopia, disartria, deficit motori).
  • Esame neurologico: Test specifici per valutare la funzione del sistema vestibolare centrale, come il test di Romberg, la prova indice-naso o la ricerca di nistagmo centrale.
  • Imaging cerebrale: La risonanza magnetica è essenziale per escludere lesioni cerebrali strutturali, come tumori, malformazioni o lesioni ischemiche.
  • Esami specifici: Potenziali evocati vestibolari, VNG e test audiologici possono essere utili per valutare la funzione vestibolare e differenziare le cause periferiche da quelle centrali.

Trattamenti delle Vertigini Neurologiche

Il trattamento delle vertigini di origine neurologica dipende dalla patologia sottostante:

  • Ictus: Gestione medica urgente con trombolisi o terapia antitrombotica.
  • Emicrania vestibolare: Terapie preventive per l’emicrania (beta-bloccanti, antiepilettici) e gestione degli attacchi acuti con farmaci vestibolari e antiemicranici.
  • Sclerosi multipla: Terapia immunomodulante con corticosteroidi per gli attacchi acuti e terapie di fondo (ad es. interferoni) per ridurre la progressione della malattia.
  • Tumori: Chirurgia, radioterapia o chemioterapia a seconda della natura del tumore.

Conclusione

Le vertigini di origine neurologica rappresentano una sfida diagnostica, ma con una valutazione approfondita è possibile distinguere le cause centrali da quelle periferiche. Una diagnosi precoce e un trattamento mirato possono migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti

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